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Lo Stato dell'Influencer Marketing 2018: 3 Verità Chiave da Ricordare

Launchmetrics Content Team

Il nostro quarto report annuale dedicato allo Stato dell'Influencer Marketing è stato appena pubblicato e quest'anno è più completo che mai! Non abbiamo registrato solo le opinioni e gli insight di 600 professionisti del mondo della moda, del lusso e della cosmetica, specializzati in ambito marketing, comunicazione e PR, ma abbiamo anche avuto il piacere di intervistare Garance Doré - una delle influencer più importanti del settore e autrice del New York Time Best Seller, Love x Style x Life. Questo report presenta anche un'altra novità visto che, per conoscere il rovescio della medaglia, abbiamo intervistato per la prima volta anche gli influencer, per l'esattezza 200: membri delle nostre community esclusive Style Coalition (il nostro premium network di Micro, Medium e Mega Influencer) e GPS Radar (la piattaforma con accesso su iscrizione che mette in contatto i professionisti MLC).

In base ai dati, il fenomeno degli influencer si è consolidato negli ultimi cinque anni e quasi l'80% dei professionisti dichiara di aver implementato delle campagne influencer nel 2017, il 13% in più rispetto all'anno precedente. Nelle parole di Garance Doré, blogger e influencer "sono diventati già da un po' professionisti". Mentre questa pratica si sta affermando nella moda, nel lusso e nella cosmetica, non si può negare che l'influencer marketing stia rapidamente diventando una parte indispensabile delle nostre strategie di digital marketing grazie alla sua capacità di generare brand awareness e incrementare le vendite. 

Dopo aver raccolto i dati e intervistato gli esperti del settore, tra i quali Emma Gregson, Managing Director di ITB, e Aliza Licht, EVP of brand marketing & communications di Alice + Olivia e autrice di Leave Your Mark, queste sono le tre verità chiave che vogliamo evidenziare del nostro report sullo Stato dell'Influencer Marketing 2018.

Lo Stato dell'Influencer Marketing 2018: 3 Verità Chiave

1. Gli Influencer sono il "Santo Graal" per i brand che puntano ai Millennials

L'efficacia dell'advertising tradizionale è calata nel tempo e questo è principalmente dovuto al fatto che i millennials (individui dai 24 ai 38 anni) preferiscono prendere parte al dibattito e partecipare alla storia di un brand piuttosto che essere esposti passivamente ad una pubblicità. "Oggigiorno nel processo d'acquisto c'è un nuovo step, lo Zero Moment of Truth (ZMOT), quando il consumatore cerca online informazioni, recensioni, opinioni, etc...", come racconta nel nostro report l'esperto Stefano Ardito, Managing Director di TwentyTwenty. Visto che i millennials sono soliti prendersi il loro tempo per selezionare con cura i prodotti, spulciando social network e recensioni, gli influencer giocano un ruolo chiave indirizzando i consumatori verso un prodotto o l'altro - sono il link diretto tra il brand e chi acquista.

Cercare review e pareri sui prodotti non è l'unica ragione per cui i millenials guardano agli influencer, cercano anche ispirazioni di stile ora che, grazie ai social media, la moda è diventata democratica e ai consumatori non viene più detto cosa devono indossare ma "vengono incoraggiati ad esplorare il loro stile personale anche attraverso le ispirazioni degli altri", come ci ha detto Emma Gregson, Managing Director di ITB Worldwide.

Abbiamo anche scoperto che i professionisti stanno imparando a comprendere sempre di più questo fenomeno visto che il 76% ha confermato che le proprie campagne di influencer marketing hanno avuto come target i millennials. Considerato che la Generazione Y ha rappresentato lo scorso anno il 30 per cento della spesa globale in beni di lusso, puntare ai millennials è certamente la soluzione per rimanere competitivi in un mercato altamente saturo.

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2. I Brand Stanno Investendo Di Più in Strumenti e Team Specializzati

Mentre l'influencer marketing si diffonde tra le aziende moda, lusso e cosmetica e diventa una pratica consolidata, sempre più aziende stanno incrementando i budget dedicati; il 60% dei professionisti afferma, inoltre, che i loro budget cresceranno nel prossimo anno. Questo aumento di risorse continuerà a dare la possibilità ai professionisti di investire in team dedicati alla gestione delle relazioni con gli influencer e in strumenti specifici.

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L'aumento dei budget non è l'unico indizio del fatto che aumentano le aziende che hanno un team interno per gli influencer; nel report di quest'anno possiamo anche notare come il 9,3% delle aziende ha questo tipo di staff, rispetto al 7% dello scorso anno. In merito all'utilizzo di strumenti specifici per l'influencer marketing, il 24% degli esperti dichiara di aver utilizzato nel 2017 delle piattaforme di marketplace degli influencer o dei software specifici.

Possiamo solo immaginare che queste cifre continueranno a crescere, soprattutto se pensiamo che l'identificazione degli influencer e la valorizzazione delle campagne si sono classificate come le due sfide principali nel 2017 per i professionisti, rappresentando rispettivamente il 29,6% e il 28,5%. Dato che la varietà di micro, macro, mega e celebrity influencer continua ad aumentare, prevediamo che gli esperti si rivolgeranno sempre di più ai marketplace per essere aiutati nello scegliere gli opinion leader giusti per le loro campagne.

3. Le Strategie con Compenso e quelle Organiche Coesistono

La seconda parte del nostro report sullo Stato dell'Influencer Marketing, dedicata ai 200 influencer che abbiamo intervistato, vi offrirà alcuni insight su come approcciare questi opinion leader e, in ultima battuta, su come un brand moda, lusso o cosmetica possa bilanciare, nelle proprie strategie, le tattiche con compenso e quelle organiche. Non tutti possono affrontare l'elevato costo di una collaborazione con un mega influencer o una celebrity ed è per questo che molti brand si orientano sui micro-influencer. I micro-influencer possono accettare più facilmente prodotti gratis in cambio di una collaborazione ma questa non è l'unica ragione per cui possono essere la scelta giusta per alcune aziende. Come ci ha raccontato Jeoffrey Romano, Digital PR & Social Media Manager di Santoni“i micro-influencer aiutano a coinvolgere la target audience e a portare più conversioni perché possono entrare in contatto con un’audience fedele."

Inoltre, abbiamo riscontrato che per il 63,3% degli opinion leader l'obiettivo primario quando collaborano con un brand è realizzare dei contenuti di qualità per le loro community, più del compenso monetario.

Abbiamo anche scoperto che il 46% degli influencer lavorerebbe gratis se ricevesse in cambio una contropartita allettante e il 44,7% ammette che sarebbe felice di collaborare senza compenso se si trattasse di un brand che ama. Da questi dati possiamo confermare che gli addetti ai lavori hanno un'ampia gamma di opzioni per le loro strategie di influencer marketing, potendo coinvolgere gli opinion leader con tattiche che prevedono un compenso economico o meno (ma con altri tipi di compensazione). 

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Oltre alle tre verità che abbiamo deciso di evidenziare sopra, vogliamo includere questa lista di 10 risultati tratti dalla ricerca per offrirti un quadro immediato delle conclusioni alle quali siamo arrivati:

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Questo è solo un piccolo estratto di quello che offriamo e c'è molto altro da scoprire. Per saperne di più su cosa i professionisti del settore e gli influencer abbiano da dire su questa pratica consolidata del digital marketing, immergetevi nel nostro report dedicato allo Stato dell'Influencer Marketing 2018.

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